Il presidente del Bayern Monaco, Uli Hoeness, ha deciso di non presentare appello alla sentenza di primo grado che lo ha condannato a tre anni e mezzo di carcere per evasione fiscale. L’ex calciatore e patron del club campione d’Europa in carica, dunque, andrà in prigione. A confermare che l’imprenditore con interessi nel campo dei salumi, non farà ricorso avverso la decisione della Procura di Monaco di Baviera, una breve nota pubblicata sul sito ufficiale del Bayern Monaco. Hoeness, come si legge sul sito della società bavarese, intende rispettare la decisione dei giudici e non farà appello. Inoltre, saranno immediatamente rassegnate le dimissioni dalla carica di presidente del club e del suo consiglio di sorveglianza.
“Il Bayern Monaco è il lavoro della mia vita e sarà sempre così per me e gli rimarrò fedele finché vivrò – si legge nella nota apparsa sul sito del Bayern -. Dopo essermi consultato con la mia famiglia, ho deciso di accettare la sentenza della corte di Monaco. Ho chiesto ai miei avvocati di non presentare appello, in linea con la mia idea di decenza, comportamento e responsabilità personale. Evadere le tasse è stato l’errore della mia vita. Affronto le conseguenze di questo errore”.
Accusato di aver evaso 3,5 milioni di euro, il 62enne Hoeness ha ammesso pochi giorni fa di aver aggirato il fisco tedesco tramite un conto segreto in svizzera, nel quale era confluita una cifra nettamente superiore a quella contestata dagli inquirenti. “È vero, ho evaso le tasse”, ha dichiarato in aula Hoeness, che era stato arrestato lo scorso 20 marzo e poi rimesso in libertà in seguito al pagamento di 5 milioni di euro di cauzione. Una volta presentatosi ai magistrati, nella speranza di ottenere uno sconto di pena per la collaborazione, il patron del Bayern ha ammesso di aver evaso in tutto 15 milioni di euro. Cifra inesatta, in verità, perché dopo le verifiche del caso, il fisco tedesco ha accertato che la somma reale fosse di ben 27,2 milioni di euro.
I legali di Hoeness non hanno a quel punto opposto resistenza e di fronte ad una richiesta dell’accusa di condanna a 5 anni e mezzo di reclusione, l’uomo che ha messo in imbarazzo mezza Germania, tra cui il cancelliere Angela Merkel, ha rimediato una condanna a 3,5 anni. Che ora dichiara di voler scontare dietro le sbarre, come qualunque cittadino.
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